ACCADDE A FORMIA 2071 ANNI FA

ACCADDE A FORMIA 2071 ANNI FA
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L’ INCONTRO E IL COLLOQUIO TRA CESARE E CICERONE A FORMIA
Narrato dallo stesso Oratore

Avvenne 2071 anni fa, esattamente il 28 marzo del 49 a. C.

Nella lettera ( IX, 18), scritta nel Formiano il 28 marzo del 49 a. C. e diretta ad Attico, Cicerone riporta i passaggi più importanti, se non addirittura le stesse frasi dette in questo suo incontro con l’uomo più potente al mondo allora conosciuto.

Cicerone, come tutti i senatori e su consiglio di Pompeo, aveva da tempo lasciato Roma e si era ritirato con i suoi familiari a Formia, dove rimase per più di quattro mesi.

Giulio Cesare, arrivato a Roma dopo aver sottomesso i Galli e i Britanni, aveva invano cercato di inseguire Pompeo che a Brindisi si era già imbarcato per Durazzo.

La visita di Cesare a Cicerone era stata già preannunciata, nei giorni precedenti a mezzo epistole, dai cesariani e amici comuni : Mazio e Trebazio.

Al ritorno da Brindisi, Cesare pernotto’ il 27 a. C. a Sinuessa ( oggi Mondragone) e il giorno dopo, con tutto il suo seguito di generali e legionari, giunse nella Villa di Cicerone, a Formia, con l’intenzione di convincerlo a stare dalla sua parte e a seguirlo a Roma.

Queste le parti più interessanti del colloquio:

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Cesare : Vieni dunque e svolgi la tua opera in favore della pace.

Cicerone : A mio arbitrio?

Cesare : Dovrei forse imbeccarti io?

Cicerone : Ebbene, metterò in chiaro che vanno contro il parere del Senato l’azione offensiva verso la Spagna ed il trasferimento di truppe in Grecia. Avrò di che gemere copiosamente sulla vicenda di Pompeo.

Cesare ( abbastanza urtato) : Non voglio che si dica ciò.

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Cesare capi’ che Cicerone era risoluto a rimanere dalla parte di Pompeo per cui terminò il colloquio invitandolo a pensarci.
Prima di uscire dalla casa di Cicerone , Cesare disse con tono minaccioso:
“Sappi che se non mi è consentito di giovarmi dei tuoi consigli, utilizzerò quelli di coloro con cui è possibile entrare in contatto e ricorrerò a tutti gli espedienti”
Fu così che si lasciarono.

Lo stesso giorno, Cicerone informò, con una lettera spedita da Formia, il suo amico Attico.

In questa lettera, Cicerone riferì al suo amico che le sue parole non erano piaciute a Cesare, ma che si sentiva orgoglioso di aver proferito , senza alcuna esitazione, la sua determinata volontà di non assecondare colui che riteneva un nemico di Roma Repubblicana:

Cicerone in Lett. IX, 18 da Formia (28 marzo 49 a. C.)

“Così ci siamo lasciati. Sono, dunque, del parere che egli non mi veda di buon occhio, ma sono io che mi compiaccio di me stesso; cosa, questa, che non mi capitava da un pezzo”

Cicerone in Lett. IX, 19 da Arpino (1 o 2 aprile 49 a. C.)

“… non esiste in Italia individuo disonesto che non si trovi al seguito di Cesare. Li ho visti con i miei occhi questi ribaldi tutti insieme, a Formia, te lo assicuro, non li ho considerati degni di essere chiamati uomini;eppure li conoscevo tutti, ma non li avevo mai visti imbrancati a torme “

Nei primi giorni di aprile Cicerone lasciò Formia per dirigersi ad Arpino, sua città natale, dove consegnò ” la toga virile” al figlio Marco divenuto maggiorenne.

Il 7 giugno si imbarco’ da Gaeta per Durazzo ,con figlio ,fratello e nipote per congiungersi con le forze militari di Pompeo in Macedonia.
Nella battaglia di Farsalo, avvenuta il 9 agosto del 48 a.C. , Pompeo fu sconfitto da Cesare.

Si narra che alcuni giorni dopo la battaglia, Cicerone vagasse frastornato nel porto di Durazzo tra la folla e i soldati di Cesare. Quest’ultimo lo vide, lo chiamò e gli fece capire che lo aveva già perdonato.

Pompeo riuscì a salvarsi e a raggiungere Alessandria d’Egitto dove trovò la morte su ordine di Tolomeo, fratello di Cleopatra.

Questo incontro a Formia tra Giulio Cesare e Marco Tullio Cicerone e’ ben conosciuto da tutti quelli che amano la storia di Roma.

Ma solo a noi di Formia, il destino ha concesso di poter raccontare, con orgoglio , questo importante e storico incontro avvenuto nei nostri luoghi.
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Fonti: Lett. Cicerone ad Attico IX, 18 – IX, 19
Le foto di resti di una domus formiana, sono di Fausto Forcina

Raffaele Capolino

L’ACQUEDOTTO ROMANO DI FORMIA IN UNA INEDITA E RARISSIMA IMMAGINE

L’ACQUEDOTTO ROMANO DI FORMIA IN UNA INEDITA E RARISSIMA IMMAGINE

L’immagine fa parte della collezione privata di Enzo Russo, di Casteforte , che mi ha autorizzato a pubblicare questa foto che costituisce un importante tassello della storia della nostra città.

Vedere, nei pressi dell’acquedotto di Mola, la presenza di un corso d’acqua utilizzato dalle donne per il lavaggio dei panni è, semplicemente, meraviglioso.

La ragazza di spalle in primo piano e le cinque donne impegnate a lavare i panni nel corso d’acqua sono , simbolicamente, le nonne di noi tutti formiani.

Alle spalle dell’acquedotto è visibile, anche se con copertura ammalorata, la villa con torretta, attualmente in Via Solaro, che sappiamo sia appartenuta alla famiglia Vigilante.
Purtroppo, una recente ristrutturazione ne ha sminuito la originaria bellezza.

E’ probabile che la foto riguardi un periodo anteriore al 1931 , anno in cui fu realizzata Via Emanuele Filiberto con l’abbattimento della Porta Francese con l’orologio, ciò che rese necessario canalizzare sotto il piano di campagna il corso d’acqua che oggi vediamo sfociare a mare nella darsena del Castello di Mola.

La copertura danneggiata della Villa Vigilante fa invece pensare ai primi anni del dopoguerra con ricordi, in proposito, di alcuni di noi.

Oltre a ringraziare il collezionista Enzo Russo, ho il dovere di citare l’amico Gerardo Masone che si è prestato a fungere da preziosissimo “gancio”.

Sono sicuro che dalle vostre osservazioni scaturiranno altri particolari che aggiungerò al mio testo già impreziosito da questa straordinaria immagine fotografica che il collezionista afferma di averla rinvenuta in un mercatino di una cittadina inglese.

Raffaele Capolino

LA VILLA COMUNALE DI FORMIA NEL 1905

LA VILLA COMUNALE DI FORMIA NEL 1905

Realizzata intorno al 1870 circa, su uno spazio chiamato “
Largo Gattola ” , fu chiamata “Villa Cicerone ” fino al 1900 , anno in cui morì assassinato il Re Umberto I° di Savoia.

Dal 1900 e fino ad oggi la struttura che si appoggia su imponenti resti di ” Domus Romana ” prese il nome di “Villa Comunale di Formia Umberto l°”

L’immagine di questo post che risale al 1905 , mi è stata recentemente donata da un amico di Roma.

Raffaele Capolino

MICHELE MADDALENACittadino Onorario di Fanano

MICHELE MADDALENA
Cittadino Onorario di Fanano

Una notizia che riempie di orgoglio noi tutti di Formia.

A Michele Maddalena, conosciuto come il ” Marciatore Formiano “, è stata concessa la “Cittadinanza Onoraria del Comune di Fanano” per aver fatto conoscere come perse la vita Domenico Turchi , un cittadino di Fanano.

Per Domenico Turchi, non essendo stato noto come e quando avesse perso la vita , fu emesso, su proposta del Comune di Fanano, una dichiarazione di morte presunta.

In realtà Domenico Turchi perse la vita il 28 febbraio del 1940, assieme ad altri 184 operai, nella miniera di Arsia , allora cittadina italiana.

Ho avuto occasione di seguire la vicenda della “Campana Alma Mater Dolorosa”, per essere stato
presente, alla Fonderia Pontificia di Agnone , il giorno in cui avvenne la colata per la sua fusione .

Un evento straordinario che, per sempre , rimarrà stampato nella mia mente.

Molte furono le difficoltà superate da Michele Maddalena nelle fasi della realizzazione del suo progetto reso complicato, specie durante la fase del trasporto, dalla pandemia del “Covid 19” per cui fu deciso di far stazionare provvisoriamente la campana nel cortile della sede comunale di Trieste.

Ora la campana, con la citazione del suo ideatore e della Città di Formia, è nella piazza principale di Arsia-Raza in Croazia.

Onore a questo nostro concittadino per questa sua straordinaria impresa che , come si suol dire in gergo ciclistico, lo ha visto come ” un uomo solo al comando”.

Raffaele Capolino