DON ERASMO VALERIANO DETTO “QUAQUITT”
La sua storia, la sua famiglia e il suo palazzo di Castellone – Formia
Chiunque a Castellone avrà sentito parlare di questo personaggio che ha avuto un ruolo importante nella Formia commerciale del secolo scorso.
Erasmo Valeriano ( 1868 – 1956), fu un imprenditore nel settore dell’edilizia, per essere stato titolare di una attività di vendita e di trasporto, con carretti, di materiali da costruzione .
Attività che fu continuata con automezzi , nel dopoguerra, dal figlio Antonio e continua tuttora con il nipote Erasmo, figlio di Antonio.
Aveva sposato Lucia Supino mettendo al mondo sette figli: Civitina, Raffaele, Antonio, Ernesto, Mario, Emilia e un’altra bambina che morì precocemente per difterite.
La numerosa famiglia abitava in un grande palazzo di Castellone situato nella sopraelevata piazzetta dove si trova la Chiesa di S. Anna, già Chiesa di S. Maria del forno.
Per chi viveva a Castellone, questo luogo, più che piazzetta era meglio conosciuto con la frase: “addo’ Quaquitt “
Un soprannome di cui neppure i discendenti ne conoscono il significato, né come sia nato.
Può esserci d’aiuto un proverbio tipico di Castellone che riguarda quattro personaggi locali citati con soprannomi:
Suona Giurdan,
accorda gliu’ Cuosc
magn Galis
e pag Quaquitt
Un modo per dire che Erasmo Valeriano era un benestante amante di feste e bagordi con amici, e sempre primo a pagare.
Il suo palazzo è il terzo più antico di Castellone, dopo il seicentesco Palazzo Forcina, in Via Traiano , che fu sede municipale del Comune di Castellone e Mola
dal 1819 al 1862, ed un fabbricato, sempre in Via Traiano, con stemma datato: 1741.
Il palazzo dei Valeriano fu costruito nel 1743, molto probabilmente dagli antenati di Erasmo , i cui discendenti ancora oggi detengono la proprietà di alcuni dei dieci appartamenti della grande struttura abitativa.
Cinque dei sei figli di Erasmo Valeriano, si congiunsero in matrimonio con importanti personaggi del mondo commerciale di Formia tra cui :Pompilio Recco commerciante di calzature, Vindice Luigi costruttore edile e Livia Supino commerciante di tessuti .
Molte notizie le ho reperite proprio dalla signora Livia Supino di 103 anni, nuora di Erasmo Valeriano per avere sposato il figlio Raffaele.
Sono rimasto meravigliato per la straordinaria memoria e sveltezza fisico-mentale di questa ultracentenaria.
L’unico dei Valeriano a non sposarsi fu Ernesto che ho conosciuto bene. Un ” mezzo filosofo” che tutti chiamavano affettuosamente:
” Ernest d Quaquitt “
Da due altri discendenti di suddetta famiglia ho saputo che parte del palazzo di Castellone, nel periodo borbonico, fu abitata da militari comandati da un ” generale “, che avevano come compito, la custodia e la guardiania temporanea di detenuti nei sotterranei-cisterne dello stesso palazzo, in attesa di essere trasferiti alle carceri circondariali di Gaeta.
Ho conosciuto Erasmo Valeriano, per aver abitato di fronte al suo fabbricato. Lo ricordo quando, nelle giornate invernali, usciva sulla Piazzetta S. Anna indossando, come era abitudine di quei tempi, una mantella di colore scuro.
Negli ultimi anni della sua vita, non sopportava i rumori e le grida di noi ragazzi di Castellone per cui si arrabbiava facilmente.
Lo chiamavamo ” Re di bastoni “, per la sua figura imponente, per il suo modo di vestire e per un bastone da passeggio con cui cercava di vietarci di salire nella piazzetta antistante il suo palazzo.
La quarta foto ci mostra, a pochi metri del Cisternone Romano, il palazzo dei Valeriano, la Chiesa di S. Anna e la Cantina di Quintino Ciccolella, divenuta poi ” Antica macelleria “
Le altre foto riguardano lo stemma sul portone dell’edificio, le immagini della famiglia di Erasmo Valeriano ed una storica del 1950 in cui Erasmo Valeriano era ” uno dei dodici apostoli, scelti da Don Antonio Forcina per il rito religioso della ” Lavanda dei piedi ” del
” Giovedì Santo ” nel Duomo di S. Erasmo di Castellone.
Questa è la storia dei ” Valeriano di Castellone” e di un palazzo storico che ha un ingresso anche da un’altra piazzetta che si raggiunge dal Vico Il° Orticello.
Raffaele Capolino