NASCE LA FABIANI BASKET FORMIA

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Cominciando da sinistra in piedi: Arturo Fabiani, Giorgio Farignoli, Mimmo Ianniello, mister Rocco Rudolf,Salvatore Di Paola,Paolo Cardi, Fernando Coletta.

In basso : Tonino Santonocito,Sergio Cosentino,Mino Marciano, Ottavio Grilli, Salvatore Oliva,Raffaele Valerio. Anno 1963.
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Tanti amici e alcuni, purtroppo, non più tra noi !!!!!

Mino Erasmo è uno di questi.
Lo conobbi perché era fratello del mio compagno di scuola ” Marino ” che ringrazio per avermi inviato questa foto.
Mino ( Erasmo) Marciano è in prima fila con le mani sul pallone.

Immagini di quasi sessant’anni fa che ci ricordano felici momenti e amici che sono andati via troppo presto.

Raffaele Capolino

COME ERANO, NELLA SECONDA METÀ DEL 1800, I LUOGHI ADIACENTI ALL’ ATTUALE VILLA COMUNALE DI FORMIA

COME ERANO, NELLA SECONDA METÀ DEL 1800, I LUOGHI ADIACENTI ALL’ ATTUALE VILLA COMUNALE DI FORMIA


Chi di noi ha mai sentito parlare di Piazzale Gattola a Formia ?
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Dalla piantina topografica del Mattej (foto 1 e 2 ) , disegnata nel 1868, rileviamo che i luoghi oggi occupati dalla Villa Comunale e dall’ex Ristorante La Quercia, erano entrambi di proprietà della Famiglia Gattola e che non è ancora visibile il primo tratto di Via Vitruvio ( dalla spiaggia di Mola a S.Teresa) portato a termine nel 1888.

Questa enorme area privata , sicuramente senza vegetazione, veniva chiamata Piazzale Gattola , come risulta da un progetto dell’ing. Francesco Sagnelli per una sistemazione della intera area che nel 1890 già era attraversata dal nuovo tratto della Via Vitruvio.

Dal disegno del Sagnelli ( foto 3) si evince che il Palazzo Bartolomeo fu costruito successivamente su area appartenuta prima alla Famiglia Forcina e che una strada laterale chiamata Prima Traversa diventerà Via XX Settembre solo nella pianta redatta dall’ing. Di Fava nel 1896.

Nel progetto di cui alla foto 3 è precisato il ” suolo da concedersi per Restaurant ” ( diventerà il Ristorante La Quercia) e la foto 6 riporta il disegno del ” Parapetto e Ringhiera di garanzia alla Piazza verso il mare”.

La pianta del Di Fava del 1896 attesta già la presenza del Palazzo Grasso e del Palazzo Nuzzi il cui giardino arrivava fino a mare , forse per aver acquistato dai Gattola. La stessa pianta mostra come la Villa già realizzata fosse inizialmente chiamata ” Villa Cicerone” diventata poi “Villa Umberto I” dopo la morte di questo Re d’Italia ad opera di un anarchico.

La foto 4 indica il costo di Lire 10.199,95 per ” l’esecuzione di tutte le opere provviste necessarie per la sistemazione del Piazzale Gattola a pubblico passeggio con giardinaggio ” .

Sembrac che questa operazione sia stata finanziata dalla Banca di S. Michele di Maranola (allora Comune autonomo) che fallì successivamente con un credito verso il Comune di Formia rimasto insoluto.
Questi fatti sono documentati da delibere comunali dell’epoca.

Non mi è sfuggito il particolare curioso nella foto 3 dove il progettista Sagnelli aveva previsto un’ altro ristorante sul mare ( contrassegnato dalla lettera A) da lui stesso chiamato ” Restaurant Cicerone”, ma che non fu mai realizzato.

Questi ruderi chiamati oggi Criptoportici , nella prima foto sono chiamati dal Mattej ” Antica Villa Piajale ” ( da piaja = spiaggia ) , ciò che rafforza ancor più la convinzione che il toponimo Pagliola sia derivato da “Piajola” ( piccola spiaggia)

Sono sicuro che molti di voi , dall’esame di queste foto e di quanto da me scritto , troveranno occasione per parlare di altri particolari non menzionati in questo post che riporta nelle mappe molti nomi di note famiglie della Città di Formia di quei tempi (Nuzzi, Gionta, Miele, Forcina, Scarpellino, Grasso, Bartolomeo, Gattola, Rubino, Spina, Burali, Paone, Testa, Albito, Nocella, Licenziati , Liberace, Pecorini ).

La fonte delle notizie e dei documenti di questo post è stata l’Archivio Storico del Comune di Formia presso la Torre di Mola: Faldone X, Fascicolo 57 .

Raffaele Capolino

Ponte sul fossato delle Conche

Ponte sul fossato delle ConcheFB_IMG_1567027761644.jpg
Disegno a matita di Pasquale Mattej con bianca su carta verde.
cm 20,5 x 13
Datato 7 aprile 1847

Di questo disegno ho parlato già in altra occasione e merita una rettifica delle notizie.

In effetti non riguarda un ponte su Via della Conca come fu ipotizzato, ma un ponte situato nella zona detta “Le Conche” , prossima ad Acerbara lato est,.

In pratica è la parte a monte del fossato di Taliente che fiancheggia, ad occidente, la proprietà della Clinica Costa ed e’ più volte citata nella Rubrica delle Carte su annotazioni di passaggi di proprietà.

Predetta Rubrica delle Carte riferita al monastero di S.Erasmo di Castellone, è una miniera di notizie , di luoghi e di nominativi vissuti nel nostro territorio dal 1038 al 1764 ed è conservata nell’archivio del Monastero di Monte Oliveto di Napoli creato nel 1784.

Roberto Frecentese ne ha fatto uno studio pubblicato da Caramanica Editore nel 1993 in prima edizione.

Raffaele Capolino

TRE BELLISSIME ISCRIZIONI DEDICATE AGLI IMPERATORI DEL MOMENTO DAL POPOLO FORMIANO

TRE BELLISSIME ISCRIZIONI DEDICATE AGLI IMPERATORI DEL MOMENTO DAL POPOLO FORMIANO

Questa è la loro storia raccontataci da Francesco Pratilli autore nel 1745 di “Della Via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi”

FOTO N. 1

ISCRIZIONE CON DEDICA ALL’IMP. ANTONINO PIO

” …..fu scoperta sotto alcune rovine di antichi edifizi tra Castellone e Mola, la quale , trascritta con poca accuratezza ( non essendosi per la grandezza del marmo potuta cavar fuori) fu quindi di bel nuovo sotterrata , per quanto mi vien riferito. ……”

FOTO N. 2

ISCRIZIONE IN ONORE DELL’IMP. ANTONINO PIO

Questo marmo, dal contenuto epigrafico molto simile alla lastra conservata in un Museo di Mantova, è purtroppo andato perso o ancora interrato.
Per fortuna ne conosciamo il testo che spiega i motivi per cui questa dedica fu fatta all’Imperatore Antonino che aveva restaurato acquedotti, fontane e terme nella città di Formia.

FOTO N. 3

ISCRIZIONE IN FAVORE DELL’IMP. MARCO AURELIO

” .. La frequente abitazione di Faustina Augusta in queste contrade , rendette i Formiani benemeriti di Marco Aurelio il Filosofo Imperatore, onde gli posero quel marmo che vedesi in una casa privata in Castellone…..”

Bellissima la scritta finale che solo i ” Municipium ” come ” Formiae ” potevano scolpire sui propri monumenti, essendo stata elevata la nostra città dall’imperatore Adriano a rango di Colonia:

COLONIA – AELIA – HADRIANA – AUGUSTA – FORMIAE

Per questo nella dedica a Marco Aurelio troviamo la bella ” chiosa ” finale che sostituisce ” FORMIANI PUBLICE ” che vediamo nelle dediche e nei reperti precedenti .

S P Q

FORMIAN

Tre iscrizioni bellissime di cui ci sono pervenuti solo i testi epigrafici , ma che potrebbero essere in qualche Museo italiano od estero, o addirittura vederle riapparire un giorno dal suolo della nostra Città.

Raffaele Capolino

CHI DI RICORDA ?

CHI DI RICORDA ?FB_IMG_1566969093459

La carrozza che, negli anni 60/70, pubblicizzava sulla Flacca ” l’Eneas Landing” nato dalla genialità del californiano Remington Olmsted, che creò altri famosi ristoranti come ” Meo Patacca” – ” a’oRe Burlone ” – ” La parolaccia” – “Er cantinone” – ” Il gallo cornuto” e altri ancora.

In realtà Remy Olmsted, per tutto quanto sopra realizzato, ebbe la collaborazione dell’architetto romano Giovanni D’Aloisio Mayo, che fu incaricato anche da Angelo Celletti per la migliore sistemazione a Formia dei giardini e delle ville appartenute alla famiglia Reale dei Savoia, all’interno della nascente struttura denominata ” Albergo Miramare”.
Ma questa è un’altra storia !!

Raffaele Capolino

(Pubblicazione autorizzata da Angela Cipriani che è all’interno della carrozza)

LA TORRE DI MOLA COSTRUITA SU RESTI DI EPOCA ROMANA

LA TORRE DI MOLA COSTRUITA SU RESTI DI EPOCA ROMANA

Il recente taglio dell’erba ci permette di constatare meglio quanto già saputo in merito alla Torre e al suo complesso fortilizio che sappiamo impiantato su fondamenta murarie realizzate dai romani oltre duelima anni orsono.

Così scrisse nel 1886 il Conte D. Onorato Gaetani d’ Aragona :

” Correva l’anno 1289, allora che Re Carlo ll d’Angiò, visitando Gaeta, ed ordinando l’ampliazione di quel Castello, ordinò di costruirsi in Mola un fortilizio, che, mentre tutelasse quelli abitanti, servisse in pari tempo d’antemurale ossia di forte avanzato alla difesa della città.
Accosto ai molini di Mola sulla riva del mare l’anno 1300 vide completata la costruzione d’un gran fabbricato peninsulare di forma esagona, che tiene il solo lato “Nord” con la porta d’ingresso sulla via i terna, e tutto il resto nel mare.
Esso contiene un’enorme torre circolare alta 27 metri, e larga diametralmente 15: il circuito del muro di cinta è di metri 200. ”

In pratica una Torre così grande, con uno spessore alla base di circa tre metri, fu costruita sui solidi resti delle fondamenta di una domus romana.

È quello che vediamo meglio in questo momento con il taglio delle erbacce che si spera sia sempre più frequente.

Una conoscenza più appropriata dei nostri siti storici ed archeologici è un valore aggiunto da trasferire a chi viene a visitare la nostra città.

Raffaele Capolino

REPERTO MEDIEVALE DEI MONACI OLIVETANI DEL 1513 IN VIA RUBINO A FORMIA .

REPERTO MEDIEVALE DEI MONACI OLIVETANI DEL 1513 IN VIA RUBINO A FORMIA .

Questo reperto murato in uno stabile di costruzione postbellica nella parte alta di Via Rubino , ci dice che nel 1513 la proprietà del Monastero di S.Erasmo di Castellone era già degli Olivetani , la cui Congregazione acquisto’ nel 1493 con 334 ducati d’oro l’intero complesso monastico .
Quest’ultimo appartenne fino al 1369 ai monaci Benedettini di Montecassino e fu successivamente gestito direttamente dall’Abbazia di S.Erasmo , ultimo abate Giuliano della Rovere .

La delicata operazione di trasferimento fu acconsentita dal Papa Innocenzo VIII con apposita bolla del 12 dicembre 1492, posteriore a quella del 7 marzo 1492 a firma di Ferdinando I Re di Napoli.

Nel 1503 il Monastero subì gravi danni a causa di scontri bellici tra Francesi e Spagnoli avvenuti nel territorio Formiano , specie per il fatto che gli Spagnoli si erano accampati nell’area del Monastero appena divenuto di proprietà dei Monaci Olivetani.

Finito il restauro , con utilizzo anche di reperti marmorei colonne e ruderi di monumenti dell’antica Città di Formia, nel 1513 fu apposta questa bellissima targa in marmo sul confine sud della enorme proprietà monastica al confine della vecchia Via Appia.

Reperto che fu rinvenuto nell’ultimo dopoguerra durante i lavori di scavo per la costruzione del fabbricato in foto, e fu fortunatamente murato nell’edificio appena costruito, ciò che ne ha evitato la scomparsa come successo per tanti altri reperti .

Ma non si salvò da chi , non sapendo tutta questa storia connessa e la sua importanza , vi collocò un palo che ne impedisce , brutalmente , una buona e meritata visione.

L’immagine della prima foto non appare ostacolata dal palo, solo perché è tratta da un testo di M. Liberace sulle Chiese di Formia pubblicato nel 1981.

Questa è la storia di questo reperto , da me ricostruita avvalendomi di scritti particolareggiati dei miei amici , anch’essi di Formia, Maurizio Liberace e Gianrico Iaccarino.

Si spera che qualcuno s’ interessi e faccia spostare di qualche metro il palo di cui si è parlato.

Raffaele Capolino

PUTTINO CON VASO Anche questo reperto alto circa un metro, trovato a Formia, è esposto al Museo Carlsberg di Copenaghen. Era parte di una fontana monumentale all’interno di una delle tante ” domus romane ” dislocate sul litorale della ” Civitas Formiae “. L’acqua sgorgava dal vaso tenuto dal puttino sulla spalla sinistra. Un reperto identico a questo di Formia fu trovato a Roma in una domus all’interno degli ” Horti Lamiani” che appartenne prima ad un Lamia, cittadino di Formiae, e poi a Tiberio e a Caligola. Raffaele Capolino

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Anche questo reperto alto circa un metro, trovato a Formia, è esposto al Museo Carlsberg di Copenaghen.

Era parte di una fontana monumentale all’interno di una delle tante ” domus romane ” dislocate sul litorale della ” Civitas Formiae “.
L’acqua sgorgava dal vaso tenuto dal puttino sulla spalla sinistra.

Un reperto identico a questo di Formia fu trovato a Roma in una domus all’interno degli ” Horti Lamiani” che appartenne prima ad un Lamia, cittadino di Formiae, e poi a Tiberio e a Caligola.

Raffaele Capolino