IL CULTO DELLA ” DEA LAVERNA ” IN UN BOSCO SACRO NEI PRESSI DI FORMIAE ROMANA
In una lettera scritta da Formia il 25 o 26 dicembre del 50 a.C. e inviata ad Attico , Marco Tullio Cicerone afferma:
” Quod putasti dire ut ante quam venire Pompeium viderem factum est ita : nam VI kal ad Lavernium consecutive est: una Formiae venimus et ab hora octava ad vesperum secreto conlocuti sumus ”
( Epist. ad Atticum VII , 8, 4 )
In pratica Cicerone narra che Il 15 di dicembre dell’anno 50 a.C. , si incontro’ con Pompeo nei pressi di Lavernio , e insieme nella stessa mattinata raggiunsero la Villa di Formia , dove dall’ora ottava fino a sera ebbero un colloquio privato e senza testimoni .
Si ritiene che l’incontro sia servito per discutere e valutare il comportamento tenuto da Cesare .
Predetta località è citata anche da Orazio che la chiama ” Pulchra Laverna” , da Plutarco , nella Vita di Silla, che riporta un luogo detto “Lavernae” e infine da Mommsen che parla di un ” Pagus Lavernae”.
Quindi una divinità pagana come tante altre.
Il culto della Dea Laverna era conosciuta anche a Roma dove era nota la ” Porta Lavernalis ” .
Inizialmente la Dea Laverna, di origine osco-sannita , era la Dea protettrice dei ladri e degli impostori, e non a caso nel mondo romano i ladri venivano chiamati : Laverniones.
Alla Dea dei guadagni illeciti , potevano essere donate offerte solo con la mano sinistra, considerata la mano dei ladri.
A Roma vi erano due luoghi di culto dedicati alla dea, uno sull’Aventino e uno lungo la Via Salaria .
Successivamente divenne Dea dell’oltretomba , da qui l’Averno luogo dei morti nell’area di Cuma.
Lo stesso Santuario Francescano di ” La Verna ” , in Toscana , fu originariamente sacro alla Dea Laverna , come ci riferisce un erudito del seicento: Padre Salvatore Vitale.
Alcuni studiosi mettono sullo stesso livello di importanza la Dea Laverna e la Dea Cardea che, secondo alcuni , era adorata in un Tempio situato sulle colline di Castellonorato di Formia , dove ora insiste la Chiesa della Madonna della Palomba.
Per questo motivo gli abitanti di Castellonorato vengono appellati : Cardei .
Quindi, tornando alla epistola di Cicerone , la località chiamata Lavernium doveva essere nelle vicinanze di Formia , se nel giro di poche ore , fu possibile raggiungere la sua Domus che sappiamo essere stata nella valle del Pontone .
In alcuni testi si ritiene che il culto sia stato praticato in un Tempio posto in un bosco sacro nei pressi di Formia.
Tanti si sono invano impegnati a cercare di localizzare il luogo preciso di cui parla Marco Tullio Cicerone .
Mi viene in mente un Tempio romano ( di cui nulla si sa a chi fosse dedicato) , situato in un bosco di castagni , oggi luogo in cui risulta edificata una Chiesa con riutilizzo di molto materiale di età antica ed eretta in onore alla Madonna di Castagneto.
La distanza da Castagneto a Pontone è compatibile con il tempo impiegato da Cicerone e Pompeo , con i mezzi di allora.
Ho letto anche da qualche parte che di trattava di un bosco tra Formia e Minturno, dove ” i masnadieri si dividevano il rubato”.
La localizzazione da parte di altri nella zona di Minturno è anch’essa in linea con quanto scritto da Cicerone.
Sono tutte ipotesi, ma deve pure esserci stato nelle vicinanze del nostro territorio questo luogo dove Cicerone si incontro’ con Pompeo che, in quel periodo, era in contrasto con Cesare.
Raffaele Capolino