IL MITICO “BAR IMPERO” DI FORMIA

IL MITICO “BAR IMPERO” DI FORMIA


Come e quando nacque

Il protagonista di questa storia è Mario Di Nucci, classe 1895 , Formiano “doc” come sua moglie Zangrillo Elvira e tutti i suoi figli.

Siamo nel 1937 e la propaganda del regime di allora non fa che parlare della “Italia imperiale” costituita dalle colonie di: Albania, Libia, Eritrea, Etiopia e Somalia e di parte della Grecia.
Già nel 1936 , con la dichiarazione della sovranità totale del Regno d’Italia sull’Etiopia, il Re d’Italia Vittorio Emanuele III acquisì il titolo di imperatore d’Etiopia con la proclamazione dell’Impero Coloniale.

Mario Di Nucci, nel 1937 e quarantaduenne , vide nascere il suo settimo e ultimo figlio a cui impose il nome “Impero” allo stesso modo come fecero tanti altri italiani in quel particolare periodo storico.

Proprietario di un vecchio autocarro , decise in quell’anno di partire con questo mezzo , imbarcandosi a Napoli per raggiungere una delle Colonie Italiane, molto probabilmente la Libia, dove si diressero moltissimi lavoratori italiani, tra cui mio padre Angelo come già raccontato in altri post. In Libia c’era un gran bisogno di costruire città e abitazioni coloniali e l’attività di trasporto dei materiali era ben remunerata in considerazione della difficoltà di reperimento dei mezzi meccanici.

In pochi mesi di duro lavoro nel settore dei trasporti , il nostro concittadino Mario fece una discreta fortuna che utilizzo’ , tornando in Italia, per mettere in piedi un bar al centro di Formia, in Via Vitruvio e precisamente nei locali piano terra del Palazzo Bartolomeo di fianco alla Villa Comunale.

Nacque così il “Bar Impero “.

L’attività commerciale appena avviata andò a gonfie vele fin quando l’Italia entrò , nel 1940 , in guerra a fianco della Germania e del Giappone.
Passarono pochi mesi e l’ intero Impero coloniale italiano svanì come neve al sole. Gli italiani conobbero così un lunghissimo periodo di sconfitte militari, di distruzioni , di lutti e infiniti problemi determinati da una guerra che non cessava mai e che vide alla fine perdente la nostra patria.

Nell’immediato dopoguerra e da buon imprenditore Formiano di quei tempi , Mario Di Nucci non si perse d’animo e impresse maggior vitalità e impulso al suo ” Bar Impero” allo stesso modo di altri operatori dello stesso settore che portarono alla nascita di altre gestioni come il ” Bar Triestina” , il ” Bar Sommariva” e il “Bar Olimpico” collocati tutti e quattro in Via Vitruvio in uno spazio di meno di duecento metri.

Come si vede dalle foto , nel ” Bar Impero” arrivaroro a lavorare ben sette addetti compreso lo stesso titolare, sua moglie Elvira e il figlio Impero.

La gestione Di Nucci durò fino alla metà degli anni sessanta, quando l’attività fu ceduta ad un “Americano” ,chiamato così da tutti per via di una sua doppia cittadinanza .Verso gli inizi degli anni settanta il ” Bar Impero ” scomparve definitivamente e altre attività si alternarono negli stessi locali.

È rimasto, comunque, il ricordo di una gestione esemplare da parte di Mario Di Nucci e della visione, attraverso le fotografie d’epoca, dei numerosi tavolini disposti sui marciapiedi di Via Vitruvio insieme a quelli degli altri bar sopra menzionati.
Sono immagini che tutti noi vorremmo vedere con piacere anche oggi , per essere segnali di flussi turistici che , purtroppo, da molti anni si sono esageratamente ridotti .

Chiedo scusa per la cattiva qualità delle foto allegate a questo post. Sono foto di “foto” fatte da me alla buona e con qualche flash fastidioso.

Anche se forse con qualche imprecisione di date , questa è la storia, che sono stato in grado di raccontare , del mitico “Bar Impero” di Formia in Via Vitruvio grazie anche a documenti e notizie che mi sono state gentilmente fornite dal figlio di Mario Di Nucci : Impero Di Nucci .

Raffaele Capolino

PASQUALE FILOSA ( 1900 – 1918) BERSAGLIERE DI CASTELLONORATO

PASQUALE FILOSA ( 1900 – 1918) BERSAGLIERE DI CASTELLONORATO


Deceduto giovanissimo nel corso della prima guerra mondiale.

Questa la storia della sua breve vita desunta dai documenti contenuti nel fascicolo 27 del faldone VIII conservati nell’archivio storico del Comune di Formia.

Nacque a Castellonorato, in provincia di Terra di Lavoro , il 18 novembre 1900 da Giovanni Filosa e Giuseppa De Meo sposati nel 1896.

A soli diciotto anni entro’ a far parte del 1′ Reggimento Bersaglieri e fu inviato al fronte dove, causa eccessivo freddo e non adeguato abbigliamento , conseguì uno stato infiammatorio acuto nei tessuti polmonari .

Fu trasferito all’ospedale Militare di Caserta dove morì in seguito a ” Bronco Polmonite” come si legge nella ” partecipazione di morte ” del primo ottobre del 1918 inviata ai suoi genitori. Aveva appena diciotto anni.

Suo padre Giovanni era nato il 5 febbraio del 1870 a Castellonorato da Pasquale Filosa e Arcangela Pepenella come risulta dal suo certificato di nascita rilasciato il 2 maggio del 1919 per chiedere una pensione di guerra per morte del figlio Pasquale.

La sua richiesta, pur corredata da un certificato di inabilità al lavoro per ” enterite cronica ” rilasciato dal medico Erasmo Evangelista, venne rigettata ma gli fu concesso un sussidio di Lire 150 con nota del 7 agosto del 1921 a titolo ” assolutamente eccezionale ma da non ripetersi ” .

Il sussidio pervenne a Giovanni Filosa con il ” vaglia di servizio n. 59″ allegato alla nota del 17-8-1921 emessa dal Distretto di Reclutamento di Gaeta.

Questa è la brevissima storia del Soldato Bersagliere Pasquale Filosa di Castellonorato che morì a soli diciotto anni per servire la sua Patria.

Raffaele Capolino

Interessante! !!!

Una circolare governativa del 5 luglio 1866 , prevedeva forme di incoraggiamento per la istituzione di Biblioteche popolari nelle città di Terra di Lavoro( tra le quali Formia ) al fine di arginare il problema dell’analfabetismo determinato anche per la prolungata chiusura delle scuole primarie nei primi anni dell’Unità d’Italia.

ANGELO MIELE di Formia

ANGELO MIELE di Formia

TRA I PRIMI PROTAGONISTI DELLE IMPRESE SPAZIALI USA IN UN DOCUMENTO UFFICIALE PUBBLICATO NEL 1982 DALLA STESSA STRUTTURA AEROSPAZIALE DI HOUSTON

Uno scienziato aerospaziale formiano che ha contribuito al programma spaziale Apollo della NASA americana che portò il primo uomo sulla luna.
Un figlio tra i più grandi della nostra Città di Formia che ha dato lustro all’Italia intera nel mondo.

DON GASTONE DI CASTELLONE – FORMIA

DON GASTONE DI CASTELLONE – FORMIA


Altre notizie sul ” Prete dotto ”

Il disegno di Don Gastone in groppa a un asinello è un lavoro a carboncino e pennarello del Pittore Formiano Antonio Scotto che ha ripreso i lineamenti somatici pervenutici dal ritratto eseguito nel 1943 dal Pittore Antonio Sicurezza.

È in groppa a un asinello o a un mulo, che Don Gastone raggiungeva le sue proprietà terriere dove allevava bovini ed equini con l’aiuto di garzoni e ” parsenali ”

Questi ultimi ricevevano in gestione da Don Gastone un certo numero di mucche o cavalli da allevare e custodire .
Con la vendita dei capi veniva distribuito il ricavato secondo accordi stabiliti .

Una specie di mezzadria applicata alla zootecnia.

Don Gastone è ancora oggi ricordato, da chi l’ha conosciuto , per l’imponenza fisica, per lo sguardo imperioso e per la prominenza della cosiddetta ” la noce del collo “, ma anche per la sua umanità.

Elementi fisici che non sono sfuggiti ai due nostri Artisti concittadini Antonio Sicurezza e Antonio Scotto.

Alcuni aspetti del personaggio sono venuti fuori anche dai commenti al primo mio post del 20 marzo scorso, tra l’altro perfettamente in linea con quanto raccolto dalle mie interviste a chi ha potuto conoscere di persona Don Gastone.

Nelle fiere dove andava a vendere i suoi capi di bestiame, non si lasciava intimorire da concorrenti o acquirenti con comportamenti da ” guappi ” .
La sua risposta era : Sappiate che se voi siete zingari, io sono più zingaro di voi .

Ogni anno amava andare alle terme di Chianciano sperando di dimagrire.
Accadeva invece il contrario e partiva da Chianciano con la promessa al gestore delle terme di non rendere pubblico a Formia dove era stato a soggiornare.

Altro particolare interessante emerso è che l’area dove fu realizzato il Real Ginnasio e Liceo negli anni venti dello scorso secolo, era di proprietà di Don Gastone che ne fece dono alla cittadinanza formiana.

Don Gastone che dai Castellonesi era chiamato Don Gs’tone, morì d’infarto nel Palazzo di “Giuvann gliu pazz ” a S. Maria La Noce di Formia, dove era rifugiato nel periodo bellico.

Sono arricchimenti della storia di Don Gastone pubblicata il 20 marzo scorso.

Raffaele Capolino

COMUNE DI CASTELLONE E MOLA

COMUNE DI CASTELLONE E MOLAFB_IMG_1553590445220.jpg
Stefano Laracca e Antonio Aceto erano dipendenti Comunali regolatori degli orologi di Castellone e di Mola quasi due secoli fa

Il comune di Castellone e Mola , fu istituito nel 1820 con ‘aggregazione dei borghi di Castellone e Mola.
Prima di questa data mentre Mola era considerata un sobborgo di Gaeta, Castellone aveva invece acquisito una certa autonomia amministrativa e , come tale, chiese in più riprese l’aggregazione del borgo di Mola per incominciare , dopo quasi mille anni, a ricostituire l’intero nucleo abitativo dell’antica città di Formia.

La nascita del Comune di Castellone e Mola fu il primo passo verso questo obiettivo e avvenne nel 1820 con decisione di Ferdinando I , Re delle due Sicilie, pur con il parere contrario di Gaeta nella sua qualità di Città Capo Distretto.

In questi anni il Comune aveva un organico non superiore ai 40 – 45 dipendenti ognuno con incarichi precisi.

Ad esempio per molti anni Stefano Laracca ha avuto il compito di ” Regolatore dell’ orologio di Castellone” mentre l’orologio di Mola era affidato alle cure di Antonio Aceto.
Gli orologi di quei tempi avevano , con un sistema di pesi, “cariche” di durata limitata, per cui il “Regolatore ” di un orologio pubblico aveva un bel da fare.

Dall’esame dei numerosi documenti conservati presso l’Archivio storico di Formia , sto completando l’elenco dei Sindaci che si sono succeduti in tutto questo arco di tempo.

Dal 1820 al 1860 ne ho individuati dieci:
Raffaele Zizzi (1820-1821)
Gaetano Calcagni (1822-1827)
Giuseppe Rasile Roscio (1828-1834)
Luigi Ciani ( 1837- 1843 )
Gaetano Giordano. ( 1842 – 1843 )
SalvatoreBuonomo (1849)
Vincenzo Forcina fu Baldassarre ( 1855 )
Francesco De Matteis ( 1855 – 1857)
Daniele Forcina ( 1857 )
Gaetano Albani ( 1860 )
Francesco Spina ” in rimpiazzo di Gaetano Albani dal 12/8/1860 al 17/10/1860 ” quando quest’ultimo rinunciò alla carica di Sindaco.

Nell’ultimo periodo borbonico , il Sindaco era affiancato e aiutato nella sua opera dai “decurioni”. ( reminiscenze romane)
Con il Decurionato (dieci decurioni) per molti secoli furono amministrate le città del Regno Borbonico.

Mi è capitato di leggere molti casi di rinuncia sia alla carica di Sindaco sia alla nomina di ” decurioni “.

Francesco Spina fu l’ultimo Sindaco di Castellone e Mola che , come già detto in altro post del 12/3/16 , fu rapito e ucciso il 4/12/1861 da un brigante locale Francesco Piazza detto “Cuccitto ‘ .

Pensare che una ricerca storica locale possa far riemergere dallo studio delle carte un nostro antenato , è semplicemente meraviglioso.
Anche incontrare i classici cognomi Formiani è entusiasmante.

Raffaele Capolino

ANGELO MIELE UNA LETTERA SCRITTA NEL 1983 AD UN SUO AMICO E NOSTRO CONCITTADINO CI SVELA IL SUO LATO PRIVATO E IL SUO GRANDE AMORE PER FORMIA

ANGELO MIELE
UNA LETTERA SCRITTA NEL 1983 AD UN SUO AMICO E NOSTRO CONCITTADINO CI SVELA IL SUO LATO PRIVATO E IL SUO GRANDE AMORE PER FORMIA

Il 30 marzo del 1983 Angelo Miele scrive una lettera ad un suo amico Impero Di Nucci , un cittadino di Formia che a quei tempi lavorava come Consulente Elettrotecnico alla Società statunitense Eaton di Bra (Cuneo) dove aveva inventato un’applicazione tecnica migliorativa per ” trasduttori” e scrisse al suo amico Angelo per chiedergli ulteriori consigli.Di Nucci era un Coordinatore Elettrotecnico che svolse la sua attività oltre che a Bra a Torino e a Milano in diverse aziende del settore Elettrotecnico.

Di Nucci aveva avuto occasione di conoscere Angelo Miele ,agli inizi degli anni ’50 e prima della sua partenza per gli USA , al ” Bar Impero ” di Formia in Via Vitruvio al Palazzo Bartolomeo, gestito dal suo papà Mario Di Nucci.In diverse occasioni poté incontrarlo e parlarci avendo potuto conoscere anche le sue sorelle Marisa e Paola.
Ebbe l’opportunità anche di sentirlo al telefono in un suo viaggio negli Stati Uniti . Stavano per incontrarsi ma non fu possibile per problemi di orari di partenze aeree.

Quando Angelo Miele ricevette la lettera del suo amico Impero , rispose immediatamente con la sua che allego a questo post.
Riporto alcuni passaggi che sono importanti per capire la sua indole e la sua umanità:
” …sono contento di ricevere notizie di te, della tua famiglia e della bella Formia ….”

“Il nome di Bra mi riporta indietro di ben 42 anni. Nel 1941, sono stato allievo Ufficiale nella scuola di artiglieria di Bra. Diventai sottotenente a Bra alla fine dell’estate del 1941. Poi fui spedito in Jugoslavia nel 1942”

In merito al consiglio tecnico richiestogli da Impero scrive che il suo campo era quello aerospaziale ed astronautico e non Elettrotecnico e pertanto non era in condizioni di aiutarlo per cui scrive testualmente e con una espressione meravigliosa:

“……parlare con me di ‘ trasduttori’ è come consigliarsi con un avvocato per un problema di medicina …”

” ..a Lubbock, nel Texas, insegna Fabrizio Lombardi ( figlio di Ezio Lombardi di Formia). Fabrizio è ingegnere Elettrotecnico.
….il suo indirizzo è Dr Fabrizio Lombardi Texas Tech University Department of Electrical Engineering Lubbock, Texas 79409
…lui ti può dare direttamente una opinione oppure può metterti in contatto con altra persona ….”

” …..ti saluto cordialmente e ti prego di salutare la bella Formia per me. Da tanto tempo che non vado a Formia, spero di passare qualche giorno nella mia vecchia città in uno dei miei prossimi viaggi……..”

” …Cordiali auguri e auguri per la Pasqua da Angelo Miele”

Questo è il contenuto straordinario di questa bella lettera scritta da Angelo Miele ad un suo amico dove ci racconta episodi della sua vita militare come cittadino italiano.
Inoltre ci fa conoscere un altro nostro illustre concittadino emigrato negli USA : Fabrizio Lombardi nato a Formia il 6 agosto 1955 che nel 1983 era, a 28 anni, gia’ Professore Universitario a Lubbock nel Texas e di cui spero di avere, da qualcuno che mi legge, ulteriori notizie.

Altro personaggio nostro conterraneo, che ci onora è che ho ricordato nei giorni scorsi , è Ottavio Forte, ingegnere elettrotecnico nato a Maranola di Formia , anche lui impegnato nelle missioni spaziali americane.

Le parole di Angelo Miele sulla ” Sua bella Formia ” sono state dettate dal suo cuore Formiano e mi hanno emozionato.

Anche questa è una stupenda pagina della nostra storia cittadina.

Raffaele Capolino

INFORMATIO CRIMINALIS CONTRA CLERICUM ANTONIO MASTRANTUONO

INFORMATIO CRIMINALIS CONTRA CLERICUM ANTONIO MASTRANTUONO

È un episodio di cronaca nera del 1725 tra un cittadino di Mola e un cittadino di Triuli ( oggi Trivio ) ripreso da una tesi di laurea della mia amica Pompea Carnara, che ringrazio.

Riporto l’episodio così come scritto nella predetta tesi nata da ricerche fatte all’ Archivio
della Curia Arcivescovile di Gaeta.

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” Giovan Angelo Porcellati della terra di Mola aveva sporto querela contro il chierico coniugato Antonio Mastrantuono di Triuli ( oggi Trivio, frazione di Formia) , abitante in Mola , e si era costituito personalmente avanti al vicario foraneo della stessa terra: Don Gaetano de Leone.

Il 13 ottobre 1725 furono citati dal cursore della corte arcivescovile quattro testimoni fra i quali Tito Macaro di anni 44 di Castellone, abitante in Mola a causa del suo mestiere, e Pietro Antonio Giuliano di anni 40 pure di Castellone , barbieri ed esperti in chirurgia.

All’interrogazione del vicario se – nella persona di Giovan Angelo Porcellati vi siano ferite, e di che sorte, quando, dove, in modo e con armi – così rispose il Macaro: Havendolo osservato e riconosciuto, ho ritrovato che il medesimo tiene dalla parte sinistra della testa una ferita o apertura d’un deto e mezzo larga penetrante fino all’osso del cranio con flussione e contusione di sangue, quale da me , si è stimata senza pericolo di vita, e giudico essere stata fatta da istrumento contundente, come da pietra, bastone o altro consimile, per contusione predetta, che d’intorno a detta ferita si vede. ”

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Un fatto con responsabilità penali a carico di un cittadino di Trivio, che ci riporta a circa trecento anni fa trasmettendoci informazioni sul modo di scrivere e di parlare ( havendolo, flussione, prattici, deto …….) .

Interessante è sapere, che in quegli anni, i barbieri erano considerati e utilizzati come ” prattici in chirurgia” .

Don Gaetano Di Leone fu Parroco della Chiesa di S. Lorenzo a Mola dal 1717 al 1758.

Una storia di cronaca nera , nei primi anni del 1700, che ha coinvolto un cittadino di Trivio e Giovan Angelo Porcellati , un cognome che ritroviamo in un disegno del Mattej con titolo ” Casa di Porcellati alla Canzatora ” .

Raffaele Capolino

MURA MEGALITICHE ALL’INTERNO DI UN LOCALE A CASTELLONE – FORMIA

MURA MEGALITICHE ALL’INTERNO DI UN LOCALE A CASTELLONE – FORMIA

Sono visibili all’interno di un laboratorio per ceramiche in Vico Capo Castello e costituiscono la parete esterna di un antichissimo Tempio adiacente.

Forse un Tempio Aurunco trasformato dai Romani nel Capitolium dedicato alla Triade Giove , Giunone e Minerva.

All’esterno un’antica colonna su base e , allineata, un’altra base ma priva di colonna sovrastante.

Il Capitolium era di solito costruito sulla parte più alta di una città romana.

Proprio come nel nostro caso di ” Formiae” romana.

Raffaele Capolino

FORMIA – Via dei Carmelitani detta comunemente ” Via degli stalloni “

FORMIA – Via dei Carmelitani detta comunemente ” Via degli stalloni ”

Molti sanno che è così curiosamente denominata, ma non ne conoscono le motivazioni.

Solo pochi sanno i veri motivi ma, certamente pochissimi hanno potuto leggere i documenti che hanno dato origine a questo ” toponimo” di Formia.

La sua storia è questa:

Già Ferdinando II a partire dal 1852 utilizzò il Convento dei Carmelitani come caserma per circa mille soldati ed un reparto di cavalieri.
Lo stesso Re fece costruire la Cisterna Borbonica per le esigenze idriche dei soldati e,
in special modo, per i cavalli sistemati nelle ” grandi stalle” disposte sul lato est del grande fabbricato che, anche nel periodo post-unitario ebbe la stessa destinazione ad uso militare.

Infatti Il 23 febbraio 1889 il Comune di Formia sottoscrisse una convenzione con la Sezione staccata del Genio Militare di Gaeta per ospitare nel palazzo Comunale di Formia ( allora detta Caserma S.Teresa) , un distaccamento di Cavalleria .

I cavalli dovevano essere alloggiati nel piano terra con ingresso laterale est in numerosi ampi locali diventati di fatto grandi stalle ( da qui: stalloni) , mentre i cavalieri sarebbero stati alloggiati nei piani superiori.

Il 23 agosto dello stesso anno , con nota indirizzata al Sindaco del Comune di Formia , Pasquale Spina, viene comunicato quanto segue :

” essendo abolito il Distaccamento di Cavalleria in codesta Piazza, lo scrivente in seguito ad ordini del Comando Militare di Napoli e della Direzione dell’arma in Capua, si fa premura di significare alla S.V. che il giorno 26 corrente alle ore 10 antimeridiane un delegato di questa Sezione si recherà in Formia per procedere alla restituzione della Caserma S.Teresa a codesto Municipio.
Prego poi la S.V. di farmi conoscere gli apprezzamenti di codesta Amministrazione circa il tempo in base al quale dovrà liquidarsi il fitto spettante a termini della Convenzione in data 23 Febbraio 1889, onde possa riferirne sollecitamente all’autorità Superiore.

Il Capitano Capo Sezione
N. Nanau ”

Il fitto del periodo fu quantificato in Lire 156,60 comunicato con la nota del 27 agosto 1889 firmata dal Sindaco di Formia: Pasquale Spina.

Fu così che rimase, nelle generazioni che ci hanno preceduto , il ricordo di questi eventi, avvenuti circa 150 anni fa, che determinarono il “toponimo ” che ancora oggi conosciamo: ” Via degli stalloni ”

Raffaele Capolino

Fonte Faldone V fascicolo 3 – Archivio Storico Comune di Formia.