CANDELORO D’ANGIÒ, SPAZZINO DI TRIVIO NEL 1928 – ANNO VI

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In una sua richiesta di aumento di stipendio

Riporto testualmente quanto scritto da Candeloro D’Angio’ al Podestà di Formia Felice Tonetti nel primo anno di accorpamento dei Comuni di Maranola e di Castellonorato al Comune di Formia.

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” Ill.mo Signor Podestà di Formia

Il sottoscritto d’Angiò Candeloro spazzino della Frazione Trivio, chiede alla S.V. Ill.ma che gli venga aumentato lo stipendio che ora riscuote in lire 40 mensili.
Il sottoscritto desidera gli venga aumentato lo stipendio alla pari di quello che riscuote il D’Avellino Raffaele della frazione di Maranola.

Con ‘oblico’ di fare anche lo stradino da Trivio centro al confine con la Frazione Castellonorato, essendo unico tratto sprovvisto di cantoniere stradale e la strada si trova in pessime condizioni per mancanza di manutenzione , fiducioso che vorrà accontentarmi.

Trivio di Formia 18 Agosto anno VI

Saluti Fascisti

Candeloro d’Angiò

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Il Podestà scrisse a fianco :

Quanto riscuote il D’Avellino ?
Riferire 23/VIII/28

Un capufficio/funzionario scrisse:

Il D’Avellino percepisce l’assegno di lire 1800,OO annue.

Il D’Angiò aveva quindi ben diritto di chiedere un aumento di stipendio perché in realtà riscuoteva quasi un quarto di quanto riscuoteva il D’Avellino che era anche un personaggio ben conosciuto nel territorio ed era chiamato:

” Rafieluccio il banditore”

Il Prof. Antonio Forte con la sua Compagnia Il Setaccio , lo ha immortalato in una memorabile opera teatrale che é conosciuta in tutto il territorio Formiano.

Dimenticavo di sottolineare il saluto di Candeloro d’Angiò nella sua personale petizione al Podestà Felice Tonetti :

” Saluti Fascisti”

( Il documento fotografato è tratto da un fascicolo dell’Archivio Storico del Comune di Formia)

Raffaele Capolino.

TULLIOLA ACERBARA – FORMIA Forse fu opera dell’arch. Cluazio

TULLIOLA ACERBARA – FORMIA
Forse fu opera dell’arch. CluazioFB_IMG_1535904472180

Volonta’ , progetti e ansie di Cicerone per la sua esecuzione.

Foto: Tomba di Tulliola
Disegno di Pasquale Mattej su carta beige
cm 21,7 x 13,8

Per l’esecuzione di questo ” Fanum Tulliolae ” ( Luogo Sacro di Tulliola) occorre leggere la lunga epistula 36 libro 12 , spedita da Cicerone ad Attico.
Queste le parti più interessanti:

“””””””””” Voglio che si faccia un tempietto……….. . Se lo costruissi all’interno di una delle mie ville ho paura dei cambiamenti di proprietà.
Mentre se lo dovessi costruire in un qualunque angolo della campagna , mi sembra di potergli garantire il religioso rispetto dei posteri.
Se approvi l’idea , il posto, il progetto , leggi per favore la legge e mandamela.

Se ti venisse in mente qualche sistema per eluderla , lo adotteremo e se sarai d’accordo a fare il Tempietto , come mi sto orientando adesso, vorrei che spronassi Cluatius e lo spingessi a muoversi.

Quand’anche ci si dovesse decidere per un altro posto, penso di giovarmi comunque dei suoi servizi e dei suoi consigli tecnici.”””””””””””

Quindi da questa lettera sappiamo che il progetto e l’esecuzione del “Fanum di Tulliola” sarebbe stato comunque affidato all’architetto Cluazio, ma altra preoccupazione che traspare è quella fiscale.

La scrittrice Colleen Mc Cullough, afferma che Cicerone sapeva di andare incontro ad un costo totale di venti talenti pari al costo dell’esecuzione del sepolcro per dieci talenti in aggiunta ad altri dieci che per la Legge Suntuaria fatta approvare da Cesare, avrebbe dovuto versare all’erario come tassa.

Cicerone manifestò ad Attico la volontà di eludere il fisco , con un risparmio di dieci talenti, presentando una richiesta di costruzione non per un’opera funeraria ma per un Luogo Sacro aperto al pubblico : un “Consecratum ” ossia un “Santuario”.

A quell’epoca un talento romano era uguale a 100 libbre di argento non coniato.
Rapportato ad oggi un talento romano corrisponde al valore di 10.000 euro per cui l’intera opera comprensiva di carico fiscale, sarebbe costata una cifra pari a 200.000 euro odierni.
Il valore attuale sarebbe molto più elevato se il calcolo fosse stato fatto sul potere di acquisto di una libbra d’argento nelle due diverse epoche.

Altra disposizione data da Cicerone ad Attico, fu quella di incaricare Apella di Chio (Grecia) per la scelta dei marmi.

Attico provò invano a consigliare Cicerone per una costruzione di un Tempio su una isoletta nella vecchia proprietà di Arpino, o vicino ad Astura , ma l’oratore alla fine, come asserisce Marziale , scelse un Mausoleo all’interno del terreno della sua proprietà a Formia , collocata sulla Via Appia ben visibile da chiunque fosse passato in quel tratto della strada più importante al mondo di allora.

Quindi potrebbe essere stato l’architetto Cluazio a progettare e a far costruire il Sepolcro di Tulliola sulla collina di Acerbara con impiego di marmi greci acquistati da Apella di Chio tramite Attico.

Da tutti, oggi il Sepolcro di Acerbara è ritenuto quella di Tulliola, morta nel 45 a.C. di parto dopo aver dato alla luce un figlio che lasciò a Publio Dolabella, dal quale era separata alcuni mesi prima.

In quell’anno lo stesso Cicerone aveva lasciato la giovanissima Publilia , che non aveva manifestato rispetto verso Tulliola e che aveva sposata dopo il divorzio da Terenzia nel 46 a.C..

Celio Rodigino ( vero nome Ludovico Ricchieri 1469-1525) racconta che sotto il Papa Sisto IV fu trovata , di fronte al Sepolcro di Cicerone sull’Appia, una Tomba di Tulliola con corpo imbalsamato e capelli intrecciati d’oro, ma che tre giorni dopo tutto si ridusse in polvere .
E’ un episodio che va ulteriormente approfondito e capire se effettivamente sia accaduto nel nostro territorio.

Altro ritrovamento riguarda il periodo del Papa Paolo III , verso il 1540 , quando fu scoperta in periferia di Roma, una tomba con iscrizione : “Tulliola Filiae Meae “, e che la lampada sepolcrale, che ancora ardeva da più di 1500 anni, subito si spense.
Il Papa di fronte a tanto clamore ” popolarpagano ” , ritenne di far scomparire per sempre il corpo ben conservato della fanciulla facendola gettare nel Tevere.

Credo di aver raccontato i fatti più interessanti di questa storia relativa al Sepolcro di Tulliola e che riguarda in particolare la nostra città di Formia.

Aggiornamenti e rettifiche , come per tutte le narrazioni storiche, possono sempre esserci in futuro.

Raffaele Capolino