QUESTI RESTI APPARTENGONO AD UN EPITAFFIO CHE RITROVIAMO IN UNA INCISIONE DEL VASI
Giuseppe Vasi realizzo’ l’incisione di cui alla foto 5 utilizzando un’opera di Sebastiano Conca commissionatagli da Erasmo Gesualdo nel 1754.
Nel disegno l’epitaffio è segnalato con la lettera F ed è posizionato sul lato opposto dell’Appia rispetto al Sepolcro di Cicerone , lato Itri.
Tutti gli elementi del disegno sono riferiti al Sepolcro di Cicerone per cui è da supporre che anche l’epitaffio fu realizzato per accogliere epigrafi riguardanti il Mausoleo dell’Oratore con probabile narrazione del tragico evento.
A noi è pervenuto solo il corpo in calcestruzzo romano di questo epitaffio, sporgente un mezzo metro circa ma con un’ampia base di appoggio.
Originariamente doveva essere rivestito in marmi e , forse , la sua epigrafe descriveva l’ultimo episodio della vita del Grande Oratore.
Altro particolare è quello contrassegnato dalla lettera E – Conserve di acque, che al momento non sono visibili ma che potrebbero essere nascoste tra la vegetazione o tra le numerose baracche poste alla base della collina di Acervara.
Erasmo Gesualdo e il Principe Carlo Ligny erano convinti che il sepolcro di Cicerone coincidesse con quello che oggi riteniamo sia il sepolcro di Tulliola , figlia di Cicerone , morta prematuramente a seguito di un parto.
Già nel 1754 si era a conoscenza di un reperto recante la scritta ” ACERBA ARA” che non può che essere riferita al Sepolcro di Tulliola morta all’età di trentatre’ anni nel 45 a.C.
Raffaele Capolino