UN ALTRO PONTE ROMANO A FORMIA
Il ponte di Acquatraversa sotto l’Appia Antica
Foto di questa mattina dopo una perlustrazione assieme agli amici Tommaso Bosco e Paolo Miele.
È stato Paolo che ci ha segnalato il sito che è molto nascosto e difficilissimo da raggiungere trattandosi di un fossato con vegetazione spontanea di ogni tipo.
All’ingresso lato nord , sulla destra una parete in ” opus incertum ” e mattoni, forse un sepolcro romano avendo rinvenuto delle grandi modanature in travertino lavorato utilizzate in epoca successiva a quella romana e visibili nei commenti.
Anche questo ponte si aggiunge, quindi, al nostro patrimonio archeologico e chissà quanti altri ancora da scoprire.
In pratica quando fu costruita l’Appia Antica , ogni corso d’acqua proveniente dalle colline e montagne Formiane richiese la costruzione di un adeguato ponte.
Dopo il Ponte di Taliente e il Ponte di Rialto ecco il Ponte di Acquatraversa ma sono ancora numerosi i ponti romani da individuare sul nostro territorio.
Potrebbe essere rintracciato , ad esempio e con un po’ di fortuna, il Ponteritto , il Ponte di Acqualonga , il Ponte di Santa Croce e il Ponte di Mola .
Anche eventuali resti di quest’ultimi citati ponti andrebbero ad arricchire il nostro patrimonio archeologico e le nostre conoscenze.
Poi , ovviamente, nasce l’obbligo serio di preservare e consegnare queste tracce del nostro passato alle generazioni future e non siamo pochi a sperare in quest’ultimo adempimento che spetta ai nostri amministratori attuali e futuri.
Il fatto che i siti archeologici di Formia siano tanti va preso come una realtà positiva e non giustificativa di lassismo e incuria come avvenuto per esempio per l’Epitaffio di Rialto, l ‘Acquedotto di Mola e la Garitta del Caposele , limitandomi a citare solo tre casi.
La storia e i reperti archeologici rappresentano tasselli importanti per un rilancio turistico di questa città che negli ultimi decenni ha fatto registrare troppe perdite di attività industriali, commerciali e ricettive che hanno costretto i nostri figli a lasciare la città dove sono nati in cerca di lavoro altrove.
Raffaele Capolino