TESTA VIRILE Reperto rinvenuto a Formia si trova ora ad Atene

tmp_20289-FB_IMG_1480485358905567635178.jpgTESTA VIRILE
Reperto rinvenuto a Formia si trova ora ad Atene

Disegno a matita di Pasquale Mattej acquerellato azzurro.
cm 3,7 x 4,8

Disegno in miniatura di una testa in travertino , di misura più grande del vero, trovata in zona Rialto – Formia, proprietà Pecorini

La testa presentava una capigliatura con richiamo alla ritrattistica ellenistica di Alessandro Magno.

Nel Museo dell’Aeroporto di Atene è conservata una testa di Alessandro Magno che corrisponde esattamente al reperto trovato a Formia e disegnato dal Mattej.

Raffaele Capolino

CINQUE FRAMMENTI ARCHEOLOGICI DI FORMIA PROBABILMENTE FANNO PARTE DI UN ELEMENTO DECORATIVO RIFERITO AD UNO STESSO MONUMENTO.

CINQUE FRAMMENTI ARCHEOLOGICI DI FORMIA PROBABILMENTE FANNO PARTE DI UN ELEMENTO DECORATIVO RIFERITO AD UNO STESSO MONUMENTO.

Sono tutti e cinque in marmo lunense e presentano al di sotto delle scritte una medesima modanatura.

Gli ultimi quattro sono stati oggetto di studio di Heikki Solin ed hanno altezze tra 55 e 60 cm.

Il primo, ignoto a Solin, è stato oggetto di un mio recente post ed è attualmente conservato nel Parco De Curtis a S.Janni di Formia.
La sua altezza è pari agli altri quattro che credo siano attualmente conservati al CONI di Formia.

Solin sostiene che i quattro frammenti da lui studiati possano riferirsi ad una iscrizione per un sepolcro costruito per disposizione testamentaria di un appartenente alla Gens ” Messia ” attestata a Formia sin dall’età repubblicana.
Anche se molto vicino alla soluzione non riesce però a comporre una frase completa di senso compiuto.

L’aggiunta del primo frammento, se fosse stato a conoscenza dell’epigrafista e studioso finlandese, forse sarebbe stata la chiave giusta per una coerente formulazione del testo.

La parte superiore grezza di tutti e cinque i frammenti , come afferma Solin, farebbe escludere che si tratti di un architrave.

Dei cinque reperti solo uno, quello con la scritta MESSIA , risulta censito dal Mommsen con il CIL X 6086 .

Un bravo epigrafista potrebbe risolvere l’enigma di questi cinque grandiosi marmi riferibili tutti al primo periodo imperiale .

Tre di questi frammenti furono visionati anche da Pasquale Mattej , che ne indica pure il luogo in cui furono trovati scrivendo :

” furono rinvenuti a non molta profondità dal piano della strada ………….. all’imboccatura del Vico di rincontro al giardino De Matteis che di traverso mena alla strada di S. Elmo altrimenti Cascio. Collocati sul limite dell’Appia a sinistra. ”

Raffaele Capolino

LA STORIA DEL TENENTE COLONNELLO ADALGISO FERRUCCI Formiano di adozione Medaglia d’Oro al Valor Militare

LA STORIA DEL TENENTE COLONNELLO ADALGISO FERRUCCI
Formiano di adozione
Medaglia d’Oro al Valor Militare

Adalgiso Ferrucci nato a Pico il 10/5/1891, da Emilio e Laura Clorinda Capparelli, si trasferì da giovane , con la sua famiglia d’origine , a Formia , dove il padre fu destinato come dirigente impegnato nella costruenda linea ferroviaria direttissima Roma – Napoli.

A Formia la famiglia Ferrucci acquisto’ un vasto terreno e vi costruì un’ampia dimora. Il terreno acquistato dal padre Emilio e’ esattamente tutta l’area attualmente coperta dalle Case Popolari di Rio Fresco , proprio di fronte alla pompa di benzina di Via Ferrucci.

Il padre Emilio mise su anche una fabbrica di laterizi in cemento in una sua proprietà ad Acquatraversa che dava lavoro ad una ventina di operai, quasi tutti di Maranola.

Il giovane Adalgiso , affascinato dalla vita militare, partecipò alla prima guerra mondiale del 1915 – 1918 . Da Tenente nei primi mesi si guadagnò una Medaglia d’argento al Valor Militare, ciò che gli procurò la nomina a Capitano per merito di guerra nel 1917.

Nel 1923 partecipò attivamente all’occupazione di Corfù voluta da Mussolini per ritorsione contro la Grecia.

Fu promosso Tenente Colonnello nel 1937 e parti’ volontario per la guerra in Spagna dove fu impegnato per nove mesi circa.

Nel marzo del 1940 fu inviato con il 47 ° Reggimento Fanteria divisione ” Ferrara ” in Albania dove cadde in combattimento a Delvinachi il 7 novembre 1940 mentre era alla testa dei suoi soldati.

Fu insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare come nobile ” Figura di Comandante audace e trascinatore ” .

Lascio’ a Formia sua moglie Abbruzzini Bianca e le sue due figlie Marina e Anna Maria , quest’ultima ancora vivente a Trieste.

La casa paterna andò distrutta durante la guerra , come pure una casa estiva e la fabbrica di Acquatraversa che furono ricostruite nel dopoguerra da Fidia , fratello di Adalgiso , che gestì l’attività industriale fino ai primi anni ’90.

Il Comune di Formia dedicò al Tenente Colonnello Adalgiso Ferrucci la strada Rotabile che da Formia porta a Maranola ma destinò l’intero terreno paterno all’edilizia popolare con la costruzione di numerosi plessi abitativi.

Di tutta l’enorme proprietà dei Ferrucci è rimasta la sola traccia di un pozzo da me fotografato e postato tra le foto .

Si spera che qualcuno possa avere qualche foto anteguerra o del primo dopoguerra dell’area menzionata , con l’immobile originario della famiglia Ferrucci.

Sarebbe un ulteriore tassello da aggiungere a questa straordinaria storia che ho potuto narrare grazie alle informazioni e ai documenti messimi a disposizione dalla gentilissima Francesca Ferrucci e alle fonti bibliografiche qui appresso indicate:

– “Presenti alla Bandiera ” di Michele Maddalena , Ed. Arti grafiche Caramanica del giugno 2000

– ” I ciociari ” di Willi Pocino , Dizionario bibliografico Roma 1961

Raffaele Capolino

RESTI DI MURA ROMANE IN OPUS INCERTUM ED ALTRO A NORD DELLA TOMBA DI TULLIOLA AD ACERBARA DI FORMIA.

RESTI DI MURA ROMANE IN OPUS INCERTUM ED ALTRO A NORD DELLA TOMBA DI TULLIOLA AD ACERBARA DI FORMIA.

Mai avrei immaginato di trovare simili tracce di costruzioni del periodo repubblicano romano sulla sommità della collina di Acerbara.

Oltre le mura di buona fattura e spessore abbiamo rinvenuto un enorme montante laterale di un ingresso in pietra calcarea con fori di ancoraggio per il portone.
La sua lunghezza è di circa due metri , con lati di cm. cinquanta circa. (Ved.foto )

Sono stati rinvenuti molti pezzi in cotto di notevole spessore e uno in particolare forma triangolare per essere adoperato per costruire colonne da rivestire poi in stucco.

Altri pezzi di cotto ricoperti da “cocciopesto ” insieme ad uno visibilmente ricurvo e di grande spessore appartenuto certamente ad un ” dolium” di grandi dimensioni.

I resti murari potrebbero riferirsi ad una conserva d’acqua, attualmente diroccata e ricoperta di terreno e sterpaglie.
Si tratterebbe quindi delle Fonti sull’ Acerbara , citate in molti testi del passato.

Alcune parti murarie crollate sono in effetti riferibili a solai a botte appartenuti a ” conserve ” predisposte per raccogliere acque piovane.

Resta sempre da pensare a come sia stato possibile effettuare costruzioni simili in un luogo così impervio e di difficilissimo accesso .

Raffaele Capolino

UN CIPPO CALCAREO SU MONTE ACERBARA Altezza mt 1,20 circa , diametro cm 40

UN CIPPO CALCAREO SU MONTE ACERBARA
Altezza mt 1,20 circa , diametro cm 40

È un cippo di pietra calcarea ben lavorato e scolpito su una roccia trovata sul posto.
Ne è visibile la base in una delle foto postate.

La forma cilindrica di questo cippo è perfetta e ingentilita da un solco scolpito con estrema cura e posto a trenta centimetri dalla sommità di quello che sembra essere un segnale di confine.

Non si può escludere che possa essere stato addirittura un segnale di confine della proprietà di M.Tullio Cicerone.

Si trova a un centinaio di metri a nord-est della Tomba di Tulliola in linea con un altro cippo simile anch’esso da me fotografato e postato.

La qualità della lavorazione di questi due cippi calcarei è sbalorditiva.
È sicuramente il risultato finale di uno scalpellino di professione e ritengo di escludere che possa essere opera di allevatori o contadini.

Forse c’è ne saranno stati altri di medesima fattura, posti più in basso e, proprio per questo, più facilmente asportabili e attualmente forse in bella vista in proprietà private.

Raffaele Capolino

ALTRI DUE REPERTI ARCHEOLOGICI RINVENUTI A FORMIA E, ATTUALMENTE ESPOSTI IN MUSEI ESTERI

ALTRI DUE REPERTI ARCHEOLOGICI RINVENUTI A FORMIA E, ATTUALMENTE ESPOSTI IN MUSEI ESTERI

1) Grande statua di Cibele seduta, esposta al Museo Ny Carlsberg Glypotek di Copenaghen con la dicitura “Trovata a Formia”.

Trovata a Formia nel 1892 nella zona di Vindicio in un sacrario dedicato alla Dea Cibele.
Statua in marmo altezza mt 1,72 del primo secolo ac.
Detta anche Magna Mater, ossia la madre di tutti gli Dei.
Un mito romano nato dopo la sconfitta di Annibale, collega la Dea Cibele alla Vittoria.
Da una ricerca recente ho potuto rilevare un particolare interessante.La testa turrita della dea Cibele è stata.usata sia per coniazioni di monete romane e italiane post belliche e sia.per francobolli italiani. Per questi ultimi ,alcuni affermano si tratti di testa turrita di una Cibele siracusana e se ricordo bene quella serie di francobolli veniva chiamata proprio serie Siracusana.
(Ved. foto 1)

2) Testa maschile barbata esposta al British Museum di Londra con la dicitura ” Trovata a Formia”

Non si hanno notizie né sulla data né sul luogo preciso del rinvenimento.
Particolare interessante è che l’acconciatura dei capelli con fascia e il tipo di barba sono molto simili a quelli della Statua A dei Bronzi di
Riace che risalgono al V sec. ac.
(Ved. foto 2)

Prossimamente pubblichero’ un elenco con foto ( che sarà ovviamente sempre aggiornato) di tutti i reperti finora a noi già noti ed esposti in Musei italiani ed esteri.
È bene che queste notizie siano condivise al massimo, trattandosi di reperti appartenuti al popolo Formiano e che per vari motivi si trovano provvisoriamente in altre parti. Solo così possiamo trasmetterne “l’orgoglio di un diritto di proprietà” ai nostri posteri.
Si spera che in futuro, persone più determinate di noi, si adoperino per il loro ritorno.

Raffaele Capolino

L’INGRESSO DELLA TORRE DI MOLA DEGLI ANNI ’70 – ’80

tmp_11149-FB_IMG_14801447981301355137943.jpgL’INGRESSO DELLA TORRE DI MOLA DEGLI ANNI ’70/’80

La foto è scattata dall’interno , forse appena ripulito dalle macerie della guerra.

Gli esperti di autovetture potranno darci ulteriori e piu precise indicazioni temporali.

Il portale in marmo non era ancora dotato di cancello.

È una delle tante foto donate da Giovannino Bove all’Archivio Storico del
Comune di Formia  istituito all’interno della stessa Torre di Mola a Formia.

Raffaele Capolino

IL NUOVO PIANO DI CIRCOLAZIONE STRADALE IN DISCUSSIONE AL CONSIGLIO COMUNALE DI FORMIA. Un piano improponibile

IL NUOVO PIANO DI CIRCOLAZIONE STRADALE IN DISCUSSIONE AL CONSIGLIO COMUNALE DI FORMIA.
Un piano improponibile

Si parla di sensi unici su Via Vitruvio, Via Rubino e Via Lavanga , di eliminare i parcheggi su predette vie , di rotonde, e istituzione di zone a traffico limitato.
Fin qui nulla di strano anche se queste decisioni prese per rendere piu’ vivibile il centro cittadino , non fanno altro che spostare parte di traffico sulla strada costiera gia’ di per sè eccessivamente trafficata.
Ma le cose più assurde sono una pista ciclabile in Via Vitruvio , cosa che soddisfa al massimo una trentina di appassionati ciclisti e il restringimento delle carreggiate sulla litoranea per consentire parcheggi da ambo i lati.

Da cittadino di questa Citta’ mi chiedo:

Con una barriera di due colonne di autovetture in movimento in carreggiate ristrette e due file di macchine in parcheggio , tutto sistemato sulla litoranea, Formia potra’ ancora pensare di essere considerata una città di mare ?????????

E come sarà possibile lasciar passare un’ambulanza, un veicolo dei Vigili del Fuoco, un trasporto eccezionale se andiamo a restringere le carreggiate sulla strada costiera con più traffico veicolare ???????

E se ad un autovettura capita di doversi fermare per una foratura dei pneumatici o per un guasto meccanico cosa determinerebbe in uno scorrimento in carreggiata ristretta giusto per la larghezza di un autovettura? ??????

Questo restringimento di carreggiate è la brillante idea di un rappresentante dello Studio Tau di Milano che assicura , in questo modo, una velocizzazione del traffico veicolare.

A me pare invece che si tratti di una sciocchezza da Guinness dei Primati.

Abbiamo sempre lamentato i danni procurati dalla litoranea che ci ha reso difficile l’accesso al mare e ora andiamo ad aggravare maggiormente questo aspetto?

Come si fa a pensare una cosa simile e cosa rappresenta una pista ciclabile che passa per il centro che, utilizzata da pochissimi, contribuirà a penalizzare ancor più il traffico cittadino ? Le piste ciclabili servono per chi è in periferia per raggiungere il centro e viceversa oppure su percorso “salutare” , non certamente per sfilare in bici per il centro cittadino.

Quanto è costato questo studio commissionato alla società Tau di Milano ? Era proprio necessario sperperare questi soldi? Non ci sono interventi più importanti e seri da realizzare?

Ripeto , quanto predisposto da suddetto studio chiuderà Formia in un traffico veicolare ancora più confuso che ci vietera’ in maniera assoluta di accedere al mare.

Se è questo che si vuole si approvi al più presto e immediatamente ci ritroveremo in un caos mai visto prima.

Questi provvedimenti, se approvati dal Consiglio Comunale, ” non farebbero che peggiorare la viabilità Formiana , compromettendo la vivibilità e la fruibilità della Città”. Così scrive anche l’associazione Tilt di Formia .

Per tutto questo credo proprio che questo Nuovo Piano Traffico Veicolare previsto per Formia , assolutamente impresentabile e improponibile, se attivato determinerà uno sperpero di risorse finanziarie e un ulteriore danno alla nostra Città.

Raffaele Capolino